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SCORZA DURA, CUORE TENERO: la castagna dell’Alto Adige

10/10/2023

La castagna è un frutto per chi ha pazienza. La pazienza di aspettare quella manciata di settimane in autunno in cui fa la sua comparsa nei boschi e sui banchi del mercato. La pazienza di cuocerla, arrostita sul fuoco o bollita in pentola. E la pazienza di liberarla, se non dal suo riccio pungente, almeno dalla scorza dura e da quella sua fastidiosa pellicina. Poi finalmente si arriva al suo cuore, grinzoso come il volto dei monaci che da sempre la trasformano in zuppa.

Castagna, custode di mille talenti

E non è un caso, che la castagna faccia parte dell'alimentazione altoatesina da oltre 1500 anni. Incredibilmente versatile in cucina, la si può utilizzare in mille modi: risotto alle castagne, canederli alle castagne, carré d’agnello al sangue in crosta di castagne, tagliatelle alle castagne o, tipici dell’Alto Adige, i cuori di castagna ricoperti di cioccolato. Come gli altri frutti della famiglia delle noci, anche la castagna ha pochi grassi ed è ricca di oligoelementi e sali minerali. Ma soprattutto – e questo dimostra il suo uso fin dai tempi antichi – è un alimento molto saziante ed energetico.

Sua Maestà la castagna: feste ed eventi

L’autunno dell’Alto Adige è ricco di eventi dedicati alla castagna, che in dialetto chiamiamo Keschtn. Tesimo, Lana o Velturno... ogni borgo ha la sua festa e celebra la castagna con deliziose specialità.
Ma è la Valle Isarco ad aver elevato la castagna a vera e propria regina con la creazione del Keschtnweg, il Sentiero del Castagno. 63 chilometri di locali tipici e masi con vendita diretta che dall’Abbazia di Novacella, vicino a Bressanone, percorre la valle verso sud fino all’altopiano del Renon e infine a Bolzano. Chi si ferma a mangiare deve amare la cucina sostanziosa: Schlutzkrapfen (tipiche mezzelune ripiene), crauti, costolette, carne salmistrata, canederli. E l’ultimo buchetto viene riempito da una bella porzione di caldarroste, così da potersi avviare verso casa sazi e contenti. Chi dovesse avere ancora fame – estremamente improbabile, ma non si sa mai – potrà chiedere una seconda porzione a una delle streghe che, secondo le antiche leggende, popolano i boschi di castagni che fiancheggiano il Keschtnweg.
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