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Bacherhof da mangiare

08/05/2019

Una reinterpretazione gastronomica della catena evolutiva


È un dato di fatto: andare in vacanza fa bene. Tanto più se la destinazione è l’Hotel Bacherhof, dove a venir coccolate sono in primo luogo le papille gustative. Chi è già stato ospite da noi lo sa bene: basta un assaggio della nostra “haute cuisine” – che di “alto” ha soprattutto la quota! – per far scattare la dipendenza da Bacherhof. Ma come descrivere a parole la straordinaria esperienza di sapori a tutti coloro che ancora non hanno avuto il piacere di gustare – ehm, trascorrere – qualche giorno all’Hotel Bacherhof? Quando si parla di cibo, le immagini raccontano di più di mille parole. Quindi ecco a te, caro lettore…


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Niente di nuovo, dirai tu, oggigiorno il mondo pullula di belle foto di cibo. Hai perfettamente ragione: mai prima d’ora il ruolo dell’estetica in cucina è stato così decisivo. Interessante, però, è proprio quello che l’immagine NON mostra, cioè che per la preparazione di un piatto così invitante non c’è voluta solo una bella cucchiaiata di passione, ma anche e soprattutto un altro ingrediente: la natura. E su questo Zita non ammette discussioni: nella sua cucina, come ama ripetere, entrano “solo ed esclusivamente prodotti naturali!”. Spesso la strada è brevissima, visto che una percentuale sorprendentemente cospicua degli ingredienti arriva proprio dall’orto dell’hotel: per così dire, dall’aiuola direttamente nel piatto. Certo, per far sì che l’orto produca come si deve e che Zita riceva esattamente ciò di cui ha bisogno in cucina, c’è bisogno dell’aiuto di Toni, sovrano indiscusso di orto e giardino. Per lui, primo anello della catena gastro-evolutiva del Bacherhof, il “chilometro zero” è una cosa seria.


“Chi coltiva da sé sa esattamente ciò che mangia. Il cibo deve far bene tanto all’anima quanto al corpo”, dichiara Toni, “veder crescere con i propri occhi quello che un giorno arriverà in tavola è un modo per imparare a rallentare”. Lentezza, tempo, crescita – anche interiore. Risorse preziose, legate l’una all’altra, che il Bacherhof trasmette ai propri ospiti attraverso il cibo. Non c’è anche questo, dopotutto, nella filosofia dello “slow food”?


Ciò non toglie, naturalmente, che nella cucina del Bacherhof l’atmosfera sia tutt’altro che rilassata! Meno male che c’è Thomas a tenere sotto controllo l’organizzazione e a fare in modo che tutto fili liscio. Per lui, che ama le sfide quasi quanto il cibo, stare in cucina non è un lavoro ma una vocazione. Dopo Toni nell’orto e Zita ai fornelli, Thomas è l’anello di congiunzione tra cucina e sala – e quindi l’ultimo della catena evolutiva del Bacherhof. Ed eccoci ritornati al nostro punto di partenza: di fronte a te, infatti, c’è un piccolo capolavoro di estetica e cucina naturale! Fotografa le creazioni del Bacherhof con lo smartphone e postale con l’hashtag: #reinterpretazionedellacatenaevolutiva. Fatto? E adesso: buon appetito!


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Ah, quasi dimenticavamo qualcosa di molto, molto importante. Cosa sarebbe il più squisito dei piatti senza il giusto abbinamento di vino? In questo frangente è Toni che torna protagonista, trasformando questa insolita catena evolutiva in un circolo delizioso – ehm, virtuoso. Perché il vino è la sua passione e ama condividerla con i suoi ospiti. Ora sì che siamo pronti: per mangiare e brindare con te a una favolosa vacanza!


fernrohr
                 
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