RICHIEDI PRENOTA

Dietro le quinte – anzi, le pentole – del Bacherhof

22/11/2017

Un giorno da cuoca

Sentirsi subito a casa – chi è già stato ospite del Bacherhof sa cosa intendo. Qui “Fai come se fossi a casa tua!” non è una frase di circostanza ma un invito sincero. Un invito che oggi ho deciso di prendere alla lettera, azzardando un’occhiatina nelle cucine dell’hotel. Dopo tanti anni al Bacherhof, è il momento di scoprire dove (e come) nascono i piatti gourmet che rendono così speciali le mie vacanze. Ed ecco che da ospite affezionata mi trasformo in aiuto-cuoca: per sentirsi davvero a casa bisogna dare una mano, no? Lo chef, Patrick, mi lancia un grembiule bianco e, contemporaneamente, la sfida: “Allora, pronta?”. Se sono pronta? Certo! Sfida accettata. Si comincia.


Zucche ostinate e patate aristocratiche

“Guarda, la zucca ci serve per la zuppetta di mela e zucca. Tagliala in quarti, elimina la buccia e metti la polpa in una pentola grande insieme alle cipolle”. Cominciamo bene. Le mie manine da fata non sanno da che parte cominciare. Meno male che Patrick mi viene in aiuto mostrandomi come tenere il coltello (manca solo che mi faccia male!) e la tecnica giusta. Ci riprovo e – zac! La zucca è fuori combattimento. Rintracciato il pentolone, mi metto sulle punte (è più alto di me!) e butto dentro tutti gli ingredienti. Ora non mi resta che mescolare: in questo sono proprio brava. Mi perdo un attimo a osservare Celine, l’apprendista, che sta amorevolmente tagliando un filetto, e già mi ritrovo davanti al prossimo incarico: patate duchessa. Patate che? Scommetto che l’hanno fatto apposta a metterle nel menù di oggi. Non importa, ce la posso fare. Sorridendo, il sous-chef Werner mi spiega come riempire il sac-à-poche con il soffice impasto. In questa impresa delicata le mie manine da fata sembrano cavarsela meglio. Arrivo ad allineare sulla teglia ben cinque ciuffetti bianchi, prima che Werner mi fermi ributtando tutto nella pentola. Scoppiamo a ridere entrambi: d’accordo, forse le mie prime duchessine non erano un granché. Riprovo, premendo con più forza, e lentamente formo un bel ciuffetto con la punta all’insù. Fatto. Stavolta il risultato è degno di una duchessa. Con molta pazienza – dote di cui sono sempre stata piuttosto scarsa – creo un ciuffetto dopo l’altro riempiendo la teglia. Werner mi dà una mano a infornare. Ecco! Ora posso tornare a respirare.


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La buona cucina comincia nell’orto

La pausa dura poco. Adesso è il momento di preparare degli involtini primavera – un debutto per me! – con l’apprendista Celine. Prima di cominciare, Celine mi rifila una scodella: “Vieni!”, mi dice. La seguo, curiosa. Usciamo dal retro e ci ritroviamo improvvisamente tra i colori e gli inebrianti profumi dell’orto del Bacherhof. Raccogliamo cespi di insalata, erbe aromatiche e qualche fiore per decorare i piatti. Non posso fare a meno di assaggiare: è tutto così incredibilmente fresco, saporito! Gironzoliamo per l’orto e il parco attorno all’hotel, fino a riempire il nostro cestino di vimini.

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Tornate in cucina, ci diamo da fare con gli involtini primavera. Uno, due tre, quattro. Ogni lato deve essere spennellato con del tuorlo d’uovo, così che il ripieno (appena raccolto, fantastico!) non fuoriesca durante la cottura. E ora? Li affidiamo a Werner. Siamo al dessert e ho l’onore di aiutare il sous-chef a preparare dei bastoncini di sfoglia alla cannella. L’impasto lo ha già preparato lui, adesso si tratta di tagliarlo a striscioline, attorcigliandole in una spirale. Sì, come no: tanto per cambiare i miei primi tre tentativi tornano miseramente nella scodella dell’impasto. Poi però imparo e – chi l’avrebbe mai detto? – il mio turno in cucina termina con un’offerta d’impiego: “Se vuoi cominciare un apprendistato qui da noi, fai un fischio!”. Oh, che cariiiiniiii! Grazie, ragazzi, ma per adesso preferisco rimanere dall’altro lato della barricata. E mangiare, invece che cucinare.

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